quello che rimane

Nel lento dondolare di questo giugno, lungo il fiume dell'anno, molte cose sarebbero meritevoli di menzione. Eppure decido di saltarle tutte, sia quelle belle, sia quelle meno belle, per annotare qualcosa che ha significato solo e unicamente per me.

E per nessun'altra persona, non una, perchè la casa che è stata demolita veniva solo da me osservata e intimamente salutata quotidianamente al passaggio, nella strada di campagna che percorro per andare a lavorare.


Ogni mattina guardavo dentro le finestre divelte, per vedere le scale di quell'edificio cosi' malandato e vecchio da aver sperimentato diverse evoluzioni storiche di cartelli "PERICOLO-NON AVVICINARSI". Dal piu' antico, nero su bianco, scritto con i caratteri austeri tipici del dopoguerra, al piu' recente, giallo brillante, dai caratteri decisi e asettici.

Accanto alle scale aveva nidificato una famiglia di colombi, candidi e curiosi, che uscivano spesso sul davanzale della finestra per controllare che tutto andasse come deve andare per un colombo.

Quelle scale.
Poco fa, nel luogo dove questa mattina quelle scale mi hanno salutato per l'ultima volta, c'erano solo macerie e molte persone indaffarate.

Chi viveva in quella casa ? Quale era la sua storia, prima che diventasse un grande nido per colombi ? Cosa rimane di noi, delle nostre importantissime storie, dopo che anche l'ultima delle persone da noi incontrata in vita, muore ?

Rimangono le pietre. Avrei detto ieri.
Rimangono le scale dove si sono detti mille "ti amo" di sfuggita, o dove qualcuno è inciampato scendendo per la fretta, dove sono stati accompagnati bambini, o aspettato mogli perennemente in ritardo.
Rimangono le scale dove forse qualche volta, un centinaio di anni fa, qualcuno si è fermato, affacciandosi alla finestra e ammirando una campagna splendida e calda, in un giugno lontano.
Rimangono le scale dove un dottore della mutua forse è salito, per visitare un anziano rimasto solo nella sua vecchia casa di campagna.
Rimangono le scale dove qualche facchino nel ventennio probabilmente ha portato via i mobili, o quel che rimaneva.
Rimangono le scale che diventano nidi per colombi, poi macerie, poi nulla.

Rimangono le scale ? No.
Non le storie, non i ricordi, non le pietre, non le cose.
Foto, scritti, frammenti. Tutto si decompone, dopo un tempo indefinito.

Alla fine rimangono solo indizi e suggestioni, di ciò che siamo stati.
Le vite che viviamo sono storie segrete e meravigliose, destinate solo a diventare fantasia e leggende nelle malinconie di chi vivrà dopo di noi.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Un racconto splendido che svela il tuo animo fatto di gioia delicata ed intima.
Solo gli occhi di un uomo veramente profondo riescono a notare nel loro cammino qualcosa su cui gli occhi dei molti passano oltre distratti o magari infastiditi.
Questa è la quinta essenza della purezza, lo slancio vero dell'amore per la vita, ti ammiro e ti seguo a volte da lontano altr da vicino

Virginia